Alimentazione e Cancro: considerazioni di una Biologa Nutrizionista

È da tempo che volevo scrivere sulla relazione tra alimentazione e cancro. La nutrizione in ambito oncologico, ed in particolare nel cancro della mammella, rientra infatti da sempre nel mio campo di interesse e di studi.

Il momento giusto sembra essere arrivato. Pochi giorni fa un articolo scritto in collaborazione con la dott.ssa Paola De Cicco, la prof.ssa Isabella Salvini ed altri professori dell’Università di Torvergata, dal titolo “Nutrition and Breast Cancer: A Literature Review on Prevention, Treatment and Recurrence“, è stato finalmente pubblicato sulla rivista Nutrients, nella sezione Preventive Nutrition. Se conosci l’inglese puoi leggerlo qui.

Si tratta di un lavoro di revisione della letteratura scientifica sul legame tra nutrizione e cancro al seno. Evidenzia l’influenza di specifici alimenti sul rischio di incidenza e recidive, e riassume le scoperte più recenti sugli effetti della dieta durante la terapia.

Nutrition and Breast Cancer: A Literature Review on Prevention, Treatment and Recurrence

 

L’importanza della divulgazione

Oggi giorno si parla tanto del ruolo dell’alimentazione sia nella genesi che nell’evoluzione del cancro eppure vengono diffuse spesso informazioni contrastanti ed errate. Molto di quello che si sente in giro non è supportato da evidenze scientifiche e ciò determina grande confusione e diffidenza.

Ecco perché sono orgogliosa e soddisfatta di questo risultato che vuol essere un piccolo punto di riferimento, riassumendo quanto attualmente si sa.

L’articolo è in inglese, ma per renderlo comprensibile a tutti, riporto qui le considerazioni più importanti. Il mio blog “Oh My Food!” e la mia pagina Facebook dott.ssa Maria Quaglietta Biologa Nutrizionista, sono nati anche con l’intento di accorciare la distanza tra il mondo scientifico e le persone che non ne fanno parte.

Avevo già scritto di Paola, una collega con un super curriculum, che ha svolto il suo tirocinio di master presso il mio studio. Quando abbiamo pensato al suo lavoro di tesi, abbiamo vagliato varie ipotesi, da subito questo argomento ha convinto entrambe. Io mi trovavo a dover preparare un intervento per il congresso di Sassari “Oncologia di precisione e sinergie crossfunzionali” e così abbiamo pensato che questo lavoro di sintesi ed aggiornamento potesse giovare ad entrambe. Desideravamo però che ne uscisse fuori un prodotto utile, che potesse essere divulgato, piuttosto che un ennesimo ammasso di fogli destinato a prendere polvere in libreria…finalmente siamo state accontentate!

 

Cancro al seno e alimentazione, cosa si sa?

Il cancro al seno, è il secondo tumore più comune al mondo e la neoplasia più diffusa nelle donne. Vi è una crescente evidenza rispetto al fatto che diversi fattori, tra cui l’alimentazione, lo stile di vita, il peso corporeo e l’attività fisica, possono essere associati ad un più alto rischio di sviluppare la malattia.

Nell’articolo viene fornita una panoramica delle conoscenze attuali, ottenute dai database PubMed dell’ultimo decennio. Sono stati valutati schemi dietetici ed il consumo di specifici alimenti e nutrienti, in relazione all’incidenza, alla ricorrenza e alla sopravvivenza per tumore al seno.

I dati della letteratura suggeriscono che un modello alimentare sano, caratterizzato da un’elevata assunzione di cereali non raffinati, verdura, frutta, noci ed olio d’oliva ed un basso consumo di acidi grassi saturi e carne rossa, potrebbe migliorare la sopravvivenza globale dopo una diagnosi di cancro al seno.

 

L’intervento nutrizionale durante la terapia

Un altro aspetto importante affrontato in questo articolo è quello dell’intervento nutrizionale in fase di trattamento.

Le pazienti con tumore al seno sottoposte a chemioterapia e/o radioterapia sperimentano, spesso una varietà di effetti collaterali che peggiorano la loro qualità di vita.

Gli studi che hanno analizzato gli interventi nutrizionali durante il trattamento per tumore al seno hanno dimostrato che una consulenza nutrizionale personalizzata ed una corretta integrazione potrebbero sia limitare gli effetti collaterali indotti dai farmaci che migliorare l’efficacia terapeutica.

C’è ancora tanto da fare, sono necessari studi clinici ampi che permettano di stabilire con maggiore precisione gli interventi dietetici più efficaci, tuttavia ci sono abbastanza evidenze per ritenere la consulenza nutrizionale parte integrante dell’approccio terapeutico.

 

Alimentazione e cancro: considerazioni

Al di là di questo articolo scientifico, vorrei condividere qualche considerazione più generale rispetto alla relazione tra alimentazione e cancro.

Innanzitutto, vorrei sottolineare quanto sia arduo analizzare questa relazione a causa della complessità stessa della malattia.

Il termine cancro racchiude un gruppo di più di 100 malattie. Lo stesso si può dire per l’espressione “paziente oncologico”, che identifica una classe molto variegata di soggetti, riferendosi a quelli appena diagnosticati, a quelli in trattamento o che hanno appena terminato un trattamento. Ai quali si aggiungono i cancer survivor, ovvero tutte le persone guarite, fino alla fine della loro vita.

Da questa complessità ne consegue una sopravvivenza estremamente eterogenea che dipenderà dal tipo di cancro, dallo stadio della malattia alla diagnosi, dal paese in cui si trova il soggetto e molto altro.

Cancro, da che punto di vista?

Un’altra riflessione riguarda il punto di vista dell’osservatore e come, a partire da questo, cambia il significato della malattia.

Per un epidemiologo, il cancro è una delle principali cause di morte, per un anatomopatologo sarà piuttosto quello che vede al microscopio, per il paziente sarà una malattia che provoca terrore e dolore.

Per il biologo, il cancro è un insieme di cellule difettose che hanno accumulato danni al DNA e proliferano in maniera incontrollata.

Come si sviluppa il cancro

Proprio dal punto di vista del biologo emerge l’importanza del legame tra alimentazione e cancro: le cellule difettose per sviluppare la malattia hanno bisogno di condizioni idonee, ovvero:

  • avere a disposizione le giuste sostanze per nutrirsi e riprodursi (fattori di crescita);
  • essere in grado di indurre l’angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni in grado di alimentare le cellule tumorali);
  • sviluppare un terreno fertile per promuovere i processi infiammatori, necessari per l’espansione del tumore;
  • un sistema di difesa dell’organismo indebolito.

Qualche dato e cosa si può fare: i fattori modificabili

Un’idea dell’ampiezza del fenomeno ce l’abbiamo tutti, ognuno di noi si è confrontato con il cancro, direttamente o nello stretto raggio del proprio entourage. Solitamente lo si chiama La Malattia, il vero nome fa paura, è impronunciabile.

Penso che conoscere i dati statistici possa aiutarci a sviluppare una maggiore consapevolezza del problema.

Nei paesi occidentali, 1 persona su 3 si ammala di cancro. Nel mondo 1 persona su 6 muore di cancro. Nel 2012 i malati di cancro erano 14 milioni, nel 2018 erano 18,1 milioni e nel 2040 si stima saranno 29 milioni. Questi dati e questo andamento crescente sono solo parzialmente spiegati dall’aumento della popolazione e dell’allungamento della vita. I fattori non modificabili come anzianità e rischio ereditato spiegano solo una piccola % di tutti i casi.

Sono infatti i fattori modificabili a spiegare tutto il resto. Tra questi, in primis, ritroviamo il fumo, seguito dall’esposizione a virus e dall’alimentazione. L’alimentazione incide sia in maniera diretta che indiretta, giocando un ruolo fondamentale sia nell’eziologia che nella progressione del cancro.

Benefici di un intervento nutrizionale in campo oncologico

Spero che le considerazioni condivise fin qui possano far riflettere su quanto sia delicato questo campo e come non si presti a semplificazioni. Va da sé che non esistono linee guida valide per ogni paziente oncologico.

Per migliorare le prospettive di guarigione e la qualità di vita di chi è ammalato, è necessario che l’approccio sia personalizzato per individuare il regime dietetico più adeguato, ma non solo.

Una consulenza nutrizionale, contestuale alla diagnosi di cancro, permette al paziente di ricevere le giuste informazioni per ridurre l’esposizione ad agenti mutageni, che sappiamo ricoprire un ruolo centrale sia nell’insorgenza che nella progressione della malattia.

Ancora, permetterebbe di individuare e trattare precocemente un’eventuale malnutrizione, sia per difetto che per eccesso. Condizioni associate direttamente ad una prognosi peggiore, ma legate anche alla possibilità di dover interrompere il trattamento.

Permetterebbe di correggere eventuali squilibri metabolici come sovrappeso ed insulino-resistenza, che possono essere associati ad un rischio più elevato di sviluppare recidive, soprattutto nel tumore al seno.

Indirizzerebbe i pazienti nella scelta degli alimenti più adeguati prima, durante e dopo i trattamenti. Con i conseguenti benefici di aumentare l’efficacia terapeutica e di ridurre i principali effetti collaterali legati alle terapie, come nausea, vomito, diarrea, stomatiti, anemia, taste alteration, …

Infine, ma a mio avviso di estrema importanza, portare l’attenzione del paziente sull’alimentazione, gli conferisce un ruolo attivo e non lo pone nella posizione di dover subire passivamente il processo di guarigione.

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